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San Vitale
da Castronovo,
Abate basiliano
( X secolo )
9 Marzo |
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Emblema : Cipolla
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La ‘Vita’ del santo
scritta in greco da un autore contemporaneo, fu tradotta
in latino per uso liturgico nel 1194 e dedicata a
Roberto vescovo di Tricarico.
Vitale,figlio di
Sergio e Crisofonica, nacque al principio del secolo X a
Castronovo in Sicilia ( PA ). Iniziò la vita monastica
nel monastero di S. Filippo di Agira, alle falde
dell’Etna, fucina di molti famosi asceti calabro-siculi
dei secoli IX e X. Volendo adempiere al rituale
pellegrinaggio alle tombe degli Apostoli a Roma, dopo
una permanenza già di cinque anni nel monastero, ne
chiese il permesso all’abate; al ritorno si fermò in
Calabria e separatosi dai compagni di viaggio, cominciò
una vita eremitica nelle vicinanze di Santa Severina.
Dopo due anni ritornò in Sicilia in un altro monastero
vicino a quello di Agira; trascorsero dodici anni e
Vitale, evidentemente sempre alla ricerca di un
appagamento del suo spirito, ritornò in Calabria,
peregrinando per la Regione. Presso Cassano incontrò il
monaco Antonio che seguiva una vita molto rigida in una
grotta, Vitale si fermò qualche giorno dandogli saggi
consigli di moderazione e poi proseguì verso Pietra
Roseti al confine con la Lucania, qui dopo aver
scacciato dei malfattori da una decadente casa, la
trasformò in un cenacolo di monaci.
Passato poi al ‘Mercurion’ e al ‘Latinianon’ in Lucania,
realtà organizzate di vita monastica locali, prese poi a
girare per la Regione, fondando monasteri in vari luoghi
e confortando i monaci angosciati per le ricorrenti
invasioni arabe. Qui non si può tralasciare un episodio
che spiega la cipolla degli agiografi e della
iconografia che parrebbe piuttosto una stranezza. Presso
Armento, nel Monastero di Carbone era Abate un Santo
religioso di nome Luca che avendo intese le voci sulla
Santità di Vitale volle sincerarsene di persone e,
montato a cavallo, andò a trovarlo. Incontrarsi si
salutarono con la consueta inclinazione del capo e la
reciproca genuflessione e seduti all'ingresso della
spelonca, aprirono le più sante conversazioni. Intanto
Vitale ordina al nipote frate Elio di preparare la mensa
per fare onore all'ospite. Fu imbandito frumento e pane
e a un cenno di Vitale delle cipolle dell'orto, che il
Santo soleva mangiare e presane una, la divise in
quattro parti. Non erano le nostre cipolle, ma
cipollacce, che Luca pregò di allontanare perché
mortifere per chi ne gustava. Vitale in risposta prese a
mangiare e Luca per non parere di meno, ne mangiò pure
lui, ma subito cadde come morto a terra. Vitale, fatta
una breve preghiera, con un segno di croce, lo rinvenne
e Luca così ne confessò la santità, e presa licenza,
ritornò al suo Monastero rimanendo legato a Vitale da
affettuosa e ammirata amicizia. Insieme ad altri due
santi monaci, si recò anche a Bari dove fu ricevuto dal
catapano Basilio nel 979. Ritornato in Lucania si mise a
restaurare il monastero dei Santi Adriano e Natalia,
saccheggiato dai saraceni, ma in un secondo assalto, fu
fatto prigioniero subendo molti maltrattamenti.
Liberato, si rifugiò insieme al nipote Elia divenuto
anch’egli monaco, nella zona di Torri dove edificò una
chiesa e poi sempre insieme ad Elia si spostò a Rapolla
fondando un monastero e qui dopo aver stabilito la sua
successione alla direzione del cenobio, morì in tarda
età il 9 marzo 993.
Sepolto nella chiesa del monastero, dopo 30 anni per
sua volontà espressa ancora in vita, fu trasferito dal
nipote nel cenobio di Guardia Perticara, fondato dallo
stesso nipote, accolto dal vescovo di Torri e dai
fedeli. Dopo altre traslazioni avvenute in altri
monasteri e chiese, per mettere al sicuro le reliquie
dalle incursioni, il corpo di s. Vitale insieme a quello
di s. Luca di Demenna, fu trasferito nella Cattedrale di
Tricarico. Oggi è venerato nella Chiesa Parrocchiale di
S. Luca Abate in Armento ( PZ ).
Le Reliquie di S. Vitale Abate sono state traslate a
Castronovo dal 22 luglio al 15 agosto 1994 in occasione
del Millenario della nascita, celebrato ad Armento nel
1990.
Autori: Antonio Borrelli
Ugo
Russo |
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