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Mentre
S. Filippo prete dimorava nella Città di
Agira ( EN ) e la fama dei suoi miracoli cresceva di giorno
in giorno, un uomo molto ricco, della Famiglia
dei Settimi, conduceva la sua vita senza figli nella Città di
Palermo, non sapendo a chi lasciare
le sue fortune.
Illuminato dal Signore e consigliato di
chiedere il
beneficio della prole al beato Filippo, decise di incontrarlo.
Accompagnatosi ai pellegrini, si sedette
sui gradini della Chiesa ed entrato in essa elevò
una fervente preghiera.
Filippo gli disse: “ So ciò che hai chiesto al Padre di
tutte le consolazioni; ritorna a Palermo e comunica a tua
moglie che le vostre preghiere sono state esaudite da Dio ”.
Ritornato a casa trovò la moglie con
il volto felice e quella notte vide in sogno S. Filippo che
gli prediceva la futura prole, cui avrebbe imposto lo stesso
nome. Nulla di strano se il piccolo Filippo, nato sotto tali
auspici, fin dall’infanzia diede segni della futura santità.
All’età di nove anni fu condotto ad Agira dai genitori,
perché fosse iniziato al culto divino dall’uomo santo,
Colui che aveva impetrato da Dio la sua nascita. San
Filippo offrì a Dio il fanciullo e rivoltosi a lui disse: “
Vai dunque, figlio, nella tua Città natale; non offrire il
tuo cuore alle ricchezze, ma cura di edificare un tempio a
Dio, servilo sempre nella gioia “.
Ricevuta
la benedizione ritornò a Palermo, portando con sé la tunica,
il sudario e il cingolo con il quale il venerando Prete
cingeva i lombi; volendo imitare il Santo, sciolto il cingolo
ridiede la salute ad un uomo ossesso dal demonio, giacente per
terra. A Palermo con il denaro del padre edificò un tempio al
Signore e iscrittosi nel numero dei chierici, fu ordinato
Diacono. Si comportò sempre da ministro di Dio, con molta
pazienza nelle avversità, nelle angustie, nei travagli, nelle
veglie, nei digiuni, nella castità e nella carità vera.
Morti
i genitori distribuì ai poveri le sue sostanze e lasciata
Palermo ritornò ad Agira, ove fu educato da San Filippo e in
breve tempo giunse al culmine della santità.
Il
12 maggio, desiderando le cose celesti e l’essere con
Cristo, rese lo spirito a Dio.
Il suo corpo, composto non distante dal sepolcro
del
maestro, cominciò ad essere illustre per i miracoli e ad
essere onorato dai fedeli palermitani e agirini.
Fu iscritto nel Calendario Palermitano dal
Cardinale Giannettino Doria intorno al 1611.
Nell’anno 1887, su richiesta
dell’Arcivescovo di Palermo Michelangelo Celesia,
il Sommo Pontefice Leone XIII confermò il culto reso a
San Filippo Diacono “ ab immemorabili “ e stabilì la sua
festa al 12 maggio.
Nell’Arcidiocesi di Palermo è
stato celebrato fino al 1957, mentre ad Agira il culto è
vivo.
Autore:
Ugo Russo ©
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