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San
Filarete religioso basiliano
detto " l'Ortolano "
di Palermo
( 1020-1070 )
6
Aprile |
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Emblema: zappa
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Conosciamo
la Vita di san Filarete grazie a un solo manoscritto,
del 1308 (Mess. Gr 29, ff. 3\14); ed è già un miracolo:
di quasi tutti i santi ortodossi dell’Italia
Meridionale- specie di quelli vissuti dopo l’invasione
Normanna- sono "sparite", non tanto misteriosamente,
Vite originarie, ufficiature, icone, reliquie, e spesso
anche la stessa memoria.
La Vita è opera d’un certo Nilo, monaco nello
stesso Monastero in cui Filarete praticò la sua ascesi,
ma che, nonostante quanto dichiari, non sembra aver
conosciuto personalmente il Santo.
La
" Vita " di S. Filarete fu edita, in trad. latina, in "Acta
Sanctorum Apr. ", t. I, pp. 606 618. Il testo greco è
ancora inedito, eccettuati alcuni brani pubblicati dal
Rossi-Taibbi in un excursus alla " Vita di S. Elia il
Giovane ", pp. 189-194.
Ne scrivono anche il P. Caietano in “ Vitae
Sanctorum Siculorum ”;
il Mongitore nel “ Palermo santificato “; il
Fiore in “ Calabria illustrata “; l’Inveges in “
Palermo sacro “;Pietro Forte in“ Vita
dei Santi palermitani" il Perdicaro in “ Vita
dei Santi Siciliani “.
Nacque a Palermo nel 1020, secondo altri scrittori
nella regione di Demenna ( Valdèmone ), dominata dalla
catena montuosa dei Nebrodi, forse da genitori
calabresi, originari di Sinopoli o Tauriana.
Al Battesimo gli fu imposto il nome di Filippo, in
onore del Santo di Agira, detto Πνευματοδιωκτις
, “ il Cacciaspiriti “.
Crebbe in ambiente maomettano, ma mantenne viva la
fede Cristiana; all’età di 18 anni, quando arrivò in
Sicilia l’esercito bizantino al comando di Giorgio
Maniace, seguendo una ispirazione divina, si recò in
Calabria a Sinopoli.
Giunto all’età di 25 anni si spostò nella Regione
delle Saline, il versante tirrenico della Provincia di
Reggio Calabria, sconfinata Tebaide ove sorgevano circa
100 monasteri: il più famoso era quello Imperiale,
fondato nell’884 da S. Elia di Enna ( detto il Nuovo ) a
cui si indirizzò Filippo.
Qui l’igumeno ( abate ) Oreste lo rivestì
dell’abito Basiliano e lo chiamò Filarete, cioè “
pescatore “ e fu il suo maestro spirituale.
Si ispirò come condotta di vita a Mosè, al Profeta
Elia, ad Antonio Abate e ad Elia di Enna, di cui teneva
la vita manoscritta.
La sua mansione era quella di portare al pascolo il
gregge; poi gli venne affidato un terreno da coltivare,
su cui costruì una umile dimora. Donava ai poveri i
prodotti del suo lavoro, sovvenendo ai bisogni del
monastero e dei numerosi poveri, cercando di esaudire
tutti.
Ma la vita trascorsa tra privazioni, patimenti e
duro lavoro venne presto indebolita e Filerete si ammalò
gravemente.
Trascorse la notte in preghiera, circondato dai
confratelli e morì all’alba del 6 Aprile 1070, all’età
di cinquant’anni.
Fu sepolto nella Chiesa del Monastero di Monte Aulinas,
fondato nell’884 da S. Elia di Enna, poi denominato dei
Santi Elia e Filarete nel 1133, presso Palmi, ove sorge
una chiesetta, intitolata nel 1958 ai Santi Elia e
Filarete, sui ruderi dell’antico Monastero, poi dedicata
alla Madonna della Neve.
E' segnato nel Calendario Liturgico Bizantino al 6
Aprile come monaco italo-greco, morto nel 1060 ( 1170 ?
).
Fu iscritto nel Calendario Palermitano dal Cardinale
Giannettino Doria ( 1608- 1642 ).
Nel Santuario della Madonna dei Poveri di
Seminara ( RC ), edificio fondato in età medievale,
distrutto nel 1783, ricostruito nel 1785, abbattuto nel
1908, riedificato nel 1929 ed elevato a Basilica nel
1940, sul lato sinistro del presbiterio erano custoditi
in una nicchia (oggi nel Museo del Santuario):
Braccio-reliquario argenteo quattrocentesco di S.
Filareto ( prob. opera di L. De Sanguini, del 1451), con
mano rifatta da D. Vervare nel 1605, e con iscrizioni (
pezzo proveniente dal distrutto Monastero di S. Filareto,
fondazione monastica basiliana del X secolo);
Testa-reliquario argentea di S. Filareto, con iscrizione
dedicatoria e datazione (opera di orafo messinese,
datata a. 1717, proveniente anch'essa dal Monastero di
S. Filareto).
La Città di Palermo fece istanza all’Abate
Generale dell’Ordine di S. Basilio D. Pietro Menniti di
concedere alla patria del Santo concittadino una
Reliquia del Santo.
Questi chiese la facoltà al Sommo Pontefice
Clemente XI che la concesse volentieri, “ poiché
sappiamo che in Palermo si venerano le Reliquie “,
così come attestato dallo stesso P. Abate Generale, che
il 4 ottobre 1701 estrasse il Braccio di San
Filarete e lo portò con sé a Palermo.
La Traslazione fu celebrata con solenni suppliche il
14 Gennaio 1703 dalla Chiesa di S. Basilio alla Chiesa
Cattedrale.
La celebrazione fu iscritta nel Martirologio della
Chiesa Palermitana nella stessa data.
La Festa della Traslazione delle Reliquie di San
Filarete si celebrò fino al 1929; quella del Santo fino
al 1958, quando è stato espunto dal Calendario
Diocesano.
Autore: Ugo Russo ©
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