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Beato
Pietro Geremia di
Palermo, religioso
( 1399 - 1452 )
8 Marzo |
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Nato a Palermo, si recò a Bologna per studiare diritto.
Qui alla vigilia della laurea entrò in convento nel
1424. Fu novizio a Fiesole sotto la guida di s.
Antonino. Come sacerdote predicò e insegnò con
generosità, acquistando la stima della Curia papale. Il
suo desiderio di conformarsi a Cristo crocifisso era
tale da spingerlo a lamentarsi con Dio quando rimaneva
per un po' di tempo senza prove. Promosse la riforma
spirituale dell'Ordine in Sicilia e, per incarico di
papa Eugenio IV, il riordinamento del clero secolare. Si
spense il 3 marzo a Palermo, nel convento di s. Zita.
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Pietro nacque nel 1399 dalla nobile
famiglia di Geremia, a Palermo. Crebbe
tutto grazia e modestia e mostrò ingegno
non comune.
Inviato all’Università di Bologna
per studiarvi Diritto, sorpassò in breve
tutti i suoi colleghi. Ma mentre i
nobili genitori facevano su di lui sogni
dorati, una terribile visione orientò
per sempre Pietro verso altre mete. Gli
apparve un suo parente dannato, che in
vita aveva esercitato l’avvocatura, il
quale gli disse che, pur avendo difese
tante cause, non aveva trovato difensori
davanti al divino tribunale. Commosso e
atterrito il giovane studente si prostrò
davanti a Dio e gli offrì il fiore di
quella verginità, che per divina grazia
aveva conservato, e dopo poco si fece
Domenicano. Era il 1429.
I progressi nelle virtù e negli
studi, presso il Convento Domenicano di
Fiesole, furono mirabili. Ben presto la
sua ispirata parola risuonò in tutta
Italia. San Vincenzo Ferreri l’amò di
tenero affetto e l’assicurò, da parte di
Dio, che il suo zelo era molto gradito
alla Divina Maestà.
Il Maestro Generale Bartolomeo
Tesserio, dopo aver divisa la Provincia
di Sicilia da quella di Napoli, ne
affidò a lui, nel 1417, la restaurazione
della Regolare Disciplina, assai
decaduta. Pietro vi si dedicò con tutto
l’ardore d’un santo e i frutti
consolanti che ne riportò, più che con
la parola, li ottenne con l’esempio e
con la preghiera. Papa Eugenio IV lo
volle al Concilio di Firenze, indetto
per trattare la riunificazione dei Greci
con la Chiesa Latina. La sua parola fu
ascoltatissima da tutti i Padri
Conciliari.
Alla sua morte, avvenuta a Palermo
nel Convento di Santa Zita il 3 marzo
1452, gli fu trovata ai fianchi una
catena che portava da cinquantadue
anni.
Il Senato Palermitano fin dal 1675
ottenne che Pietro fosse dichiarato
Compatrono della città. Il culto è stato
confermato da Papa Pio VI il 12 maggio
1784.
L'Ordine dei Predicatori lo ricorda
il 25 Ottobre con il grado di Memoria
obbligatoria.
Autore: Franco Mariani
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